VISIONI D’ACCIAIO

MOSTRA FOTOGRAFICA

AUTORI VARI

Spazi, dettagli e produzioni delle Acciaierie di Sicilia

La mostra “Visioni d’Acciaio” rappresenta l’evento conclusivo del Workshop “Rappresentare la città: spazi e forme dell’urbano – industriale” condotto da Daniela Sidari dall’08 al 10 giugno 2012 all’Etna Photo Meeting, manifestazione del Gruppo Fotografico Le Gru di Valverde (CT). Le immagini sono state realizzate presso gli stabilimenti delle Acciaierie di Sicilia di Catania; si ringraziano il Direttore ing. Vincenzo Guadagnuolo, il responsabile della sicurezza ing. Maurizio Cutrona coadiuvato da Cesare Finocchiaro e dai capi reparti dell’Acciaieria per aver permesso le riprese e per la loro sensibilità e disponibilità. Le foto sono state realizzate dai partecipanti: Salvatore Cafarelli, Anthony Cilia, Luciana Coniglione, Gianfranco Consiglio, Paola Garofalo, Sergio Muscat, Grazia Musumeci, Nunziato Palazzo, Sergio Polverino, Giuseppe Privitera, Pietro Urso, Serena Vasta, Pietro Vilasi, Giuseppe Vizzari, Gianluigi Zaberto. Dal docente: Daniela Sidari, dall’assistente: Alberto Lardizzone e dai tutors: Gaetano Bonanno, Carmelo Crisafi, Alessio Drago, Giuseppe Fichera, Cesare Finocchiaro.

Quando cade la pioggia di metallo fuso, interi paesaggi si sciolgono e scompaiono in rivoli di fuoco. (Molten Rain – Mirrodin dal gioco di carte collezionabili Magic)

L’area della fabbrica, col suo involucro edilizio e le aree di stoccaggio, è spazio di una architettura industriale funzionale alla produzione; “immobile gigante” lo stabilimento è composto da capannoni e strutture metalliche di grandi dimensioni ed è nel suo articolarsi che traccia i confini del complesso industriale delle Acciaierie di Sicilia alla periferia di Catania. “Visioni d’acciaio” è uno sguardo in fabbrica, fuori e dentro, alla scoperta degli spazi più intimi di questo stabilimento in piena attività lavorativa. La mostra a colori è una collettiva, le immagini singole si alternano a dittici e trittici, in essi l’accostamento ravvicinato porta a rafforzare visivamente dettagli e/o situazioni similari. Immagini in ampie panoramiche si alternano a dettagli strettissimi fino ad alcune molto stilizzate con voluti movimenti della macchina fotografica. Grande è la curiosità, la sensibilità visiva e l’istintività degli autori che ha portato ad esplorare ed analizzare, ognuno con il proprio linguaggio e ad interpretare così strutture e dettagli. Dalle immagini traspare diversità di panorami fra fuori e dentro ma tra loro complementari ed unitamente funzionali. L’esterno delle Acciaierie è caratterizzato da confini visivi circoscritti, le foto mostrano geometrie dai contorni conclusi: i tetti dei capannoni, le paratie dalle ondulate lamiere, l’impatto cromatico di tubi aerei, silos, scale, camini, sistemi aspiranti di prelievo ed abbattimento dei fumi, l’ammasso di rottami; qui, all’esterno, inizia il ciclo produttivo. Il metallo sottoforma di rottami e residui di varie lavorazioni, separati e classificati, viene prelevato dagli artigli delle gru e caricato nel forno. E si è dentro. Il rumore metallico dei rottami si miscela “all’urlo” del metallo fuso nel forno fusorio tra scoppi e scintille. Il paesaggio cambia, questo è un mondo a sé, un mondo fatto di metallo ma ad alta temperatura; il forno con le sue esplosioni, le siviere sospese ed in movimento, i cartelli di pericolo, il rumore assordante in un contesto dai colori “infernali”, gli spazi sono difficili e si moltiplicano labirintici nell’insieme dei macchinari con attraversamenti percorribili in basso ed in alto. Per i fotografi i percorsi sono obbligati per limitare al minimo ogni possibile pericolo. In penombra, macchinari ed operai lavorano instancabilmente, travi a sezione quadrata (billette) avanzano incandescenti su binari, attrezzature macchiate dall’accumulo del calore nel tempo, metallo incandescente in strisce di luce modifica il proprio colore dal rosso intenso al giallo, lampi di scintille, fumi di metallo fuso, spruzzi d’acqua accompagnano il treno di laminazione a un filo, poi il sistema di taglio, di legatura dei tondini per il calcestruzzo armato e la bobinatura a caldo degli stessi. Le immagini restituiscono tale complessità e tutta la potenza delle particolari situazioni; le inquadrature realizzate in luce ambiente, dirette e spesso ravvicinate, contribuiscono ad indagare la “forza” della materia Acciaio.