Con gli occhi di un bambino

La mostra “Con gli occhi di un bambino” si compone di immagini d’archivio provenienti dalla fototeca Le Gru, una raccolta di fotografie che hanno come filo conduttore il mondo dell’infanzia, dei bambini che al di là di ogni contesto e disagio, sono e restano comunque dei bambini, la prima linea di speranza per il futuro.
La fototeca Le Gru è nata ed è cresciuta insieme a noi, è stata costruita nel corso dei 23 anni di vita del Gruppo Fotografico Le Gru. All’inizio era solo un piccolo archivio realizzato con le foto che i soci liberamente donavano dopo ogni mostra fotografica, man mano che il numero di immagini donate cresceva, si è deciso di creare una vera fototeca e di estendere l’invito a parteciparvi ad autori da tutta Italia e anche internazionali. Così anno dopo anno, la fototeca è cresciuta e, ad oggi, conta più 1600 fotografie di oltre 1000 autori diversi, che spaziano dai nostri soci, agli ospiti che hanno condiviso con noi un pezzo di strada, fino a fotografi di calibro internazionale come Nino Migliori, Piergiorgio Branzi, Francesco Cito, Giuliana Traverso e tanti altri. Nel gennaio del 2009 è stata fatta la prima mostra con le foto della fototeca, un’esposizione dedicata ai grandi autori che ci hanno onorato con le loro fotografie. “Con gli occhi di un bambino” fa un ulteriore passo in avanti e, grazie al lavoro di tutti, ci permette di allestire una mostra con una specifica tematica. Ci auguriamo di poter ampliare ulteriormente la nostra fototeca e di poter organizzare mostre con altre tematiche negli anni a venire.

Ferdinando Portuese
Serena Vasta

Presentazione

Serena scruta tra le immagini della Fototeca de “Le Gru” e costata una ricorrente presenza tematica, l’infanzia, e, con essa, il volto dei bambini, dei ragazzini, dei futuri uomini, delle future donne.
L’argomento c’è sempre stato, ma, invero, ci fu un momento in cui la presenza di un bambino o di una bambina fu (solo) strumentale all’immagine realizzata, e che, poi, sarebbe confluita in un’altra tematica. Allora apparve più utile parlare di disagio ambientale, familiare, politico; apparve più importante la necessità di utilizzare i loro volti per denunciare il malessere, l’allarme sociale, il pericolo di una crescita maturata contro i loro desideri e le loro aspirazioni.

Oggi Serena, ritornando su quelle immagini, non vede solo i problemi che quelle fotografie sottolineavano ma “vede” fondamentalmente i bambini e con naturalezza e serenità domanda ai loro volti ed alle loro presenze: “acchè tante facelle?” (Leopardi).

La domanda potrebbe apparire imbarazzante: li abbiamo ritratti noi quei bambini, li abbiamo benvoluti; ma dove stanno adesso, come prosegue la loro crescita?
Con e in quegli scatti ci avevano aiutato a capire qualcosa della vita; ed adesso? Son diventati vecchi come noi, o ci rammentano che i bambini saranno sempre con noi per ricordarci che ogni uomo ha la necessità di fidarsi dell’altro uomo, e con lui convivere?

Questa considerazione mi fa ricordare il brano evangelico laddove Gesù ringrazia il Padre per aver rivelato “queste cose ai piccoli”.

Come dire: “meno male che le hai rivelate loro; i grandi non avrebbero capito niente, oppure avrebbero perduto la fede e il coraggio”.

I bambini no: quando invocano “aiuto” lo fanno con sincerità e quando dicono una bugia spesso sono spinti dalla paura. La loro povertà è evangelica perché è il naturale riconoscimento di uno stato di bisogno. Sanno sempre che, alla fine, la gratitudine sarà l’ultimo gradino per giungere alla comunione. Ma, loro, sanno già che lì occorrerà arrivare.

Ed allora queste immagini ci rivelano che tutto l’universo vive una sua infanzia e, pertanto, in ogni immagine occorre cercare il bambino che vi è nascosto.

La mie parole potrebbero sembrare una giustificazione per fotografie facili da realizzare e collezionare: voi sapete che non è vero. I bambini si muovono, si sottraggono, si confondono, si ribellano, si rifiutano e, soprattutto, vi danno sempre una ragione plausibile
del loro comportamento.

Queste fotografie, se viste in questa prospettiva, vi daranno contezza di quelle ragioni e vi spiegheranno la profonda verità contenute nel comandamento “sinite parvulos”.

Pippo Pappalardo – Docente e critico fotografico

Espongono:
Stefania Adami , Virgilio Bardossi, Cristina Bartolozzi, Paolo Bigini, Mario Cattaneo, Francesco Cito, Rinaldo Della Vite, Morena Fammoni, Luisa Ferrari, Cristina Garzone, Giuseppe Leone , Antonio Manta, Pepi Merisio, Gianni Pistarà, Franca Schininà, Giuseppe Tomelleri, Wanda Tucci Caselli